sabato 4 febbraio 2017

Dieci piccoli indiani

Non credevo di appassionarmi tanto ai gialli di Agatha Christie!!!!!
La sua scrittura, le descrizioni e le vicende ti coinvolgono e ti trascinano nel libro.



TITOLO: Dieci piccoli indiani
AUTORE: Agatha Christie
EDITORE: Oscar mondadori
PAGINE: 182
PREZZO COPERTINA: € 11,00


















FILASTROCCA
Dieci poveri negretti
se ne andarono a mangiar:
uno fece indigestione,
solo nove ne restar.

Nove poveri negretti
fino a notte alta vegliar:
uno cadde addormentato,
otto soli ne restar.

Otto poveri negretti
se ne vanno a passeggiar:
uno, ahimè, è rimasto indietro,
solo sette ne restar.

Sette poveri negretti
legna andarono a spaccar:
un di lor s'infranse a mezzo,
e sei soli ne restar.

I sei poveri negretti
giocan con un alvear:
da una vespa uno fu punto,
solo cinque ne restar.

Cinque poveri negretti
un giudizio han da sbrigar:
un lo ferma il tribunale,
quattro soli ne restar.

Quattro poveri negretti
salpan verso l'alto mar:
uno un granchio se lo prende,
e tre soli ne restar.

I tre poveri negretti
allo zoo vollero andar:
uno l'orso ne abbrancò,
e due soli ne restar.

I due poveri negretti
stanno al sole per un po':
un si fuse come cera
e uno solo ne restò.

Solo, il povero negretto
in un bosco se ne andò:
ad un pino si impiccò,
e nessuno ne restò.


TRAMA

Anthony Marston, John Macarthur, Emily Brent, Lawrence Wargrave, William Blore, Edward Armstrong, Philip Lombard e Vera Claythorne vengono invitati a Nigger Island, una piccola isola dalla forma di testa di nero, da un certo signor Owen, proprietario dell'unica abitazione sull'isola. Gli invitati non si conoscono tra di loro e una volta arrivati scoprono che il signor Owen e sua moglie non ci sono; ad aspettarli vi sono solamente i due domestici, i coniugi Thomas ed Ethel Rogers, che, come ognuno di loro, non hanno ancora conosciuto i gentili proprietari della villa.

In ognuna delle camere assegnate agli ospiti è appesa al muro una filastrocca che recita la storia di dieci negretti i quali, uno dopo l'altro, muoiono in modi differenti. Sul centrotavola della sala da pranzo, inoltre, si trovano le statuine corrispondenti ai dieci negretti della filastrocca.
Dopo la cena, mentre i presenti discorrono tra di loro, una voce inumana proveniente da un grammofono li incolpa tutti, inclusi i due domestici, di aver commesso un omicidio, citando date e nomi delle vittime. Tutti, sconvolti dall'inaspettata voce accusatoria, si discolpano raccontando ognuno la propria vicenda personale; a eccezione di Emily Brent, che si rifiuta di dare spiegazioni in merito. Dopo un'attenta analisi del perché ciascuno di loro era stato invitato senza apparente motivo, Anthony Marston, dopo aver bevuto un bicchiere di whisky, improvvisamente muore. Edward Armstrong, medico, dopo una veloce analisi del cadavere giunge alla conclusione che nel bicchiere di Marston c'era del cianuro.
Inizialmente tutti pensano a uno strano suicidio. Questa ipotesi viene però messa in dubbio quando, il giorno seguente, la signora Rogers viene trovata morta nel suo letto. Armstrong per la seconda volta deve annunciare al marito e agli altri ospiti un'ambigua morte all'interno della casa, stavolta causata da un'eccessiva dose di sonnifero. A questo punto l'ipotesi di due suicidi diviene, a parere di molti, alquanto improbabile; gli ospiti cominciano quindi a sospettare che Marston e la signora Rogers possano essere stati uccisi. Ad alimentare questa teoria c'è il fatto che le due morti erano avvenute analogamente a quanto descritto nella filastrocca e che sul centrotavola le statuette ora sono solamente otto. Si decide all'unanimità di tornare sulla terraferma, ma sull'isola non ci sono imbarcazioni e il barcaiolo che ha accompagnato la comitiva, e che quotidianamente porta la posta e le provviste, quel mattino non si presenta: non lo farà mai più.
Armstrong, Lombard e Blore ispezionano la casa e i dintorni allo scopo di scovare un eventuale assassino nascosto, ma non trovano nessuno e sono sicuri di essere gli unici occupanti dell'isola; perciò il responsabile delle morti può essere solo uno di loro. Tornati in casa per pranzare, notano che manca all'appello il signor Macarthur, generale dell'esercito in pensione. Il dottor Armstrong lo va quindi a cercare e poco dopo rientra annunciando che anche lui, in seguito a un colpo inferto con un oggetto contundente, è morto; subito tutti si accorgono che al centrotavola manca un'altra statuetta, e mentre stanno trasportando il cadavere in casa scoppia una violenta tempesta che d'ora in poi renderà impossibile qualsiasi comunicazione con la terraferma. Viene avviata una sorta di indagine interna; la descrizione della tensione crescente tra gli ospiti è l'occasione, per l'autrice, di un viaggio introspettivo nei pensieri di ciascuno in cui si scopre che, in varie misure, sono tutti effettivamente responsabili delle morti loro attribuite.
La mattina dopo, il signor Rogers viene trovato morto in seguito a un colpo di accetta in testa; quando è stato ucciso stava spaccando la legna per il fuoco. Anche questo omicidio coincide con la filastrocca e anche in questo caso una delle statuette del centrotavola scompare. Viene sospettata Emily Brent, poiché è l'unica che quel mattino era uscita mentre gli altri dormivano, ma lo stesso giorno la signorina viene trovata morta in poltrona in seguito a un'iniezione di cianuro di potassio. L'iniezione è stata eseguita con la siringa del dottor Armstrong, per cui i sospetti ricadono su quest'ultimo. Si decide che tutti radunino medicinali e armi in loro possesso e li chiudano a chiave in una cassetta; Lombard dice di aver portato con sé una pistola, che però non viene trovata.
Da quel momento in poi, gli ospiti superstiti decidono che bisogna muoversi insieme e che solo una persona alla volta potrà lasciare il gruppo. Non c'è più luce elettrica, perché dopo la morte di Rogers nessuno ha più azionato il generatore di corrente, perciò vengono usate delle candele. Vera, salita in camera sua per riposare, nell'oscurità si sente toccare il collo da qualcosa che sembra una mano bagnata e urla invocando aiuto. Gli altri arrivano di corsa e, illuminando la stanza, vedono che si tratta di un'alga pendente da un gancio fissato sul soffitto, ma immediatamente si accorgono anche dell'assenza del giudice Wargrave; una volta tornati in salotto lo trovano seduto in poltrona, con la parrucca da giudice e un foro di proiettile in fronte. Chi ha usato la pistola scomparsa? A quel punto i quattro rimasti cominciano a essere sempre più sospettosi l'uno dell'altro e, giunta l'ora di andare a letto, si barricano ognuno nella propria stanza: è allora che Lombard ritrova improvvisamente l'arma nel cassetto del suo comodino.
Durante la notte Blore sente un rumore di passi, esce dalla sua camera, corre in cima alle scale e vede una persona uscire di casa; allora va a chiamare gli altri, ma non riceve risposta da Armstrong, perciò tutti arguiscono che la persona fuggita sia lui. Blore e Lombard dicono quindi a Vera che dovrà aspettare in camera il loro ritorno e aprire la porta solo se entrambi le chiederanno di farlo. Dopo un po', i due bussano nuovamente alla porta di Vera dicendole che non hanno trovato il dottore.
Il giorno dopo i tre decidono di rimanere sulla spiaggia, il luogo meno esposto al pericolo. Blore propone di andare in casa a prendere del cibo, ma gli altri due si rifiutano, quindi va da solo. Visto che tarda a tornare, Vera e Lombard si dirigono verso la casa per cercarlo, e sotto la finestra della camera di lei lo trovano con il cranio fracassato da un orologio incastonato in un blocco di marmo a forma di orso. Tornati sulla spiaggia, Vera e Lombard vedono tra gli scogli il cadavere di Armstrong: capiscono allora di essere gli unici due rimasti sull'isola e si convincono ovviamente entrambi che l'altro sia l'assassino.
Vera insiste per trascinare sulla spiaggia il corpo di Armstrong: durante questa operazione riesce a sottrarre a Lombard la pistola e lo uccide. Convinta di aver sconfitto l'assassino, euforica, rientra in casa, butta dalla finestra due delle tre statuette rimaste e, stringendo in mano l'unica ancora intatta, si dirige in camera sua. Ormai in preda alla follia, rivive la vicenda di Cyril, il bambino affidato alle sue cure che aveva effettivamente lasciato annegare perché l'eredità di cui era destinatario andasse allo zio, Hugo, l'uomo che amava e con cui, grazie a quel denaro, avrebbe potuto costruire un futuro; ma il giovane, molto legato al nipotino, pur senza alcuna prova aveva intuito la verità e, sconvolto, l'aveva lasciata. Giunta nella stanza, Vera vede che dal gancio a cui era stata appesa l'alga ora pende un cappio, e c'è una sedia pronta per essere utilizzata: è il destino dell'ultimo negretto della filastrocca, e nella mente ormai sconvolta di Vera Hugo è lì, ad accertarsi che lei compia il gesto dovuto per l'omicidio commesso. E lasciando cadere l'ultima statuetta, che si frantuma in mille pezzi, la giovane si impicca.
Nell'epilogo, gli ispettori Maine e Sir Thomas Legge discutono il mistero delle morti avvenute a Nigger Island. Vengono formulate varie ipotesi, ma apparentemente nessuna collima con i ritrovamenti sulla scena del delitto. I primi sei decessi, nel loro ordine, sono testimoniati dai diari di Vera Claythorne ed Emily Brent e dal taccuino di Blore, ritrovati nelle rispettive camere. L'orologio che ha ucciso Blore non può che essere stato fatto cadere da un'altra persona, perciò gli unici che possono aver ucciso gli altri e poi essersi suicidati sono Armstrong, Lombard e Vera. Ma per ognuno dei tre c'è una circostanza che rende di fatto impossibile la loro colpevolezza. Vera non può aver ucciso tutti e successivamente essersi impiccata, poiché la sedia che ha utilizzato è stata trovata accostata al muro. Lombard non può aver ucciso tutti e poi essersi sparato, poiché la pistola non è stata rinvenuta vicino al suo cadavere. Armstrong non può aver ucciso tutti e poi essersi lasciato annegare, poiché il suo corpo è stato trascinato fuori dall'acqua da qualcuno. La tempesta, infine, esclude che sull'isola fosse presente un'undicesima persona che poi è fuggita. L'enigma resta perciò irrisolto.
Alla fine del libro è trascritta una lettera trovata all'interno di una bottiglia in mezzo al mare, e indirizzata alla polizia dal comandante del peschereccio che l'ha rinvenuta. La lettera è una confessione riguardante i fatti avvenuti a Nigger Island: l'assassino dice di aver scelto le sue vittime tra persone che, pur avendo commesso un omicidio, erano riuscite a sfuggire alla legge per mancanza di prove, e che avrebbero quindi meritato la morte. Lui stesso ha sempre avuto a che fare con la legge e possiede un grande senso della giustizia, unito però a un sempre più irrefrenabile impulso ad uccidere: tutto ciò l'ha spinto a pianificare un delitto perfetto che avesse per vittime assassini sfuggiti in vari modi alla legge, in modo da non coinvolgere persone innocenti; dopo lunghe ricerche ne ha trovate dieci, e ha deciso di mettere in atto il piano quando ha saputo di essere ormai malato terminale. Aggiunge di aver ucciso per primi coloro che si erano macchiati di un crimine meno grave, mentre ha lasciato per ultimi quelli che avevano commesso l'omicidio deliberatamente, per farli soffrire il più possibile, logorati dalla paura. Per attuare il suo piano ha usato Armstrong, di cui intuiva l'istintiva fiducia nei propri confronti, per inscenare e certificare la propria morte, facendogli credere che così facendo sarebbero arrivati insieme a scoprire l'autore delle morti.
La notte in cui Blore ha intravisto qualcuno uscire furtivamente dalla casa, l'assassino stava raggiungendo il dottor Armstrong per incontrarsi come previsto sulla scogliera, dove lo ha spinto in mare. Dopo aver ucciso Armstrong, ha atteso che Blore si avvicinasse da solo alla casa per fargli cadere in testa il blocco di marmo, poi ha visto Vera sparare a Lombard; a quel punto ha preparato la scena dell'impiccagione nella stanza della ragazza e ha assistito di nascosto al suo suicidio. Rimasto solo, ha scritto e affidato al mare la lettera-confessione e poi si è tolto la vita nello stesso modo in cui sembrava che fosse stato ucciso inizialmente, sparandosi in fronte, in maniera da far coincidere tutto con quanto riportato negli scritti degli altri, e ha fatto in modo che dopo lo sparo la pistola, legata a un elastico, cadesse lontano dal suo corpo al fine di lasciare il caso irrisolto. Ha scritto la confessione per l'intimo bisogno di avere un riconoscimento per il piano estremamente ingegnoso di un delitto perfetto che gli inquirenti non avrebbero mai potuto risolvere. La lettera è firmata da Wargrave.

Questo libro può definirsi il primo capolavoro letterario di Agatha Christie.
Ho sentito parlare molto bene di questo giallo da molti BOOKTUBERS e letto delle recensioni molto favorevoli. 
Da questo libro e dagli altri di Agatha Christie sono stati tratti molti film che tutt'oggi trasmettono in tv.
E' il secondo libro che leggo di questa autrice e devo confessarvi che mi ha appassionato moltissimo. Fin dall'inizio l'incipit ti coinvolge e immerge nel racconto tramite le descrizioni molto dettagliate dei luoghi, dei personaggi e delle vicende. 
I dieci protagonisti del racconto sono molto diversi tra di loro e l'autrice riesce a far cogliere al lettore le piccole differenze, ma anche i vari ritrovamenti dei cadaveri i piccoli particolari e sfumature sono ben descritte.
Ciò che apprezzo molto è proprio questo, lei ti fa assaporare passo dopo passo l'intero racconto lasciandoti la sensazione di voler sapere di più, non riuscendo a smettere di leggere.  
Non vedo l'ora di leggere un'altro capolavoro della Christie, sperando che non mi deluda, anche se credo che ciò non possa accadere.


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