giovedì 11 maggio 2017

L'importanza di chiamarsi Ernesto

Sono interessanti leggere libri o testi teatrali che raccontano di intrighi, malintesi, sarcasmo, imprevisti e colpi di scena. E' questa opera teatrale racchiude tutti questi punti.




TITOLO: L'importanza di chiamarsi Ernesto
AUTORE: Oscar Wilde
EDITORE: BUR
PAGINE: 208
PREZZO: 8,50
TRAMA

Primo atto

Il primo atto si apre a Londra nell'appartamento in Half-Moon Street di un giovane aristocratico, Algernon Moncrieff, nel momento in cui si presenta alla porta il suo amico di vecchia data, Ernest Worthing. Grazie ad un portasigarette dimenticato dall'amico la sera prima, tuttavia, Algernon scopre che il vero nome di costui è Jack Worthing: egli, abitando in campagna, finge di avere uno scapestrato fratello a Londra, il cui nome è Ernest, per poter condurre una vita di piaceri. In campagna infatti egli è il tutore della giovane Miss Cecily Cardew e in quanto tale deve assumere un comportamento moralmente ineccepibile. La piccola Cecily, come da lui viene chiamata, è la nipote di Mr Thomas Cardew, padre adottivo di Jack. A sua volta, Jack scopre che anche Algernon conduce una doppia vita grazie all'invenzione di un povero amico invalido, chiamato Bunbury.
Comunque sia, Jack si trova in città per proporsi a Miss Gwendolen Fairfax, cugina di Algernon. Dichiarato il suo amore alla giovane, cui si presenta con il nome di Ernest, questa ricambia il sentimento; è sua ferma intenzione, però, sposare solo un uomo chiamato Ernest, in quanto quel nome le "procura delle vibrazioni" e ha un suono che scalda il cuore a sentirlo. Per ottenere il consenso al fidanzamento, Jack ha successivamente un colloquio con la madre di Gwendolen, Lady Augusta Bracknell, zia di Algernon; in questa occasione si viene a sapere che Jack è un trovatello: Mr Thomas Cardew lo rinvenì in una capiente borsa di cuoio dimenticata nel guardaroba di Victoria Station, Brighton Line. A sentire ciò, Lady Bracknell è indignata e nega il permesso per il fidanzamento, a meno che Jack non si trovi dei genitori entro la fine della stagione.
Gwendolen non si scoraggia e chiede pertanto a Jack l'indirizzo della sua casa di campagna; Algernon, ascoltando la conversazione, si segna l'indirizzo, intenzionato a far visita alla piccola Cecily.

Secondo atto

Nel secondo atto la scena si sposta quindi in campagna nel giardino della Manor House a Wolton, nella dimora campestre di Jack, dove vive la giovane Cecily e la sua anziana badante e insegnante, Miss Prism. Algernon si presenta alla tenuta dichiarando di essere Ernest, il fratello scapestrato di Jack, e si innamora della giovane, la quale contraccambia; anch'ella è però intenzionata a sposare soltanto un uomo di nome Ernest, ritenendo, come Gwendolen, che esso abbia qualcosa di speciale. Quando Jack arriva costringe Algernon ad andarsene ma egli, intenzionato a fidanzarsi con Cecily, torna di nascosto. Nel frattempo, entrambi chiedono a Dr Chasuble, il reverendo della vicina chiesa, di essere battezzati.
Intanto anche Gwendolen, ancora invaghita e desiderosa di fidanzarsi con Ernest raggiunge la casa di campagna di Jack, dove incontra Cecily. Dopo qualche battuta le donne scoprono di essere fidanzate con quello che credono essere lo stesso uomo, ovvero Ernest. Dopo aver chiesto spiegazioni ai rispettivi fidanzati e scoperta la verità, si ritirano indignate nella villa, per poi però perdonare entrambi.

Terzo atto

Il terzo atto si apre con l'arrivo di Lady Bracknell alla tenuta, intenzionata a richiamare la figlia fidanzata con Jack. Avendo inoltre saputo che il nipote Algernon è intenzionato a sposare Cecily, dopo un rifiuto iniziale, concede il permesso al nipote una volta venuta a conoscenza dell'ingente rendita della giovane (centotrentamila sterline l'anno), ereditata dal nonno. È Jack tuttavia a negare il consenso per le nozze, sperando con questo di strappare a Lady Bracknell l'autorizzazione per il proprio matrimonio con Gwendolen. Tuttavia la donna è irremovibile, e tutto sembra concludersi, quando Dr Chasuble nomina Miss Prism: a sentire quel nome, la zia Augusta chiede di vedere immediatamente l'istitutrice. Si viene a scoprire che essa era un tempo alle dipendenze di Lady Bracknell come bambinaia e che un giorno, uscita con il neonato a lei affidato, non era mai più tornata: la carrozzina era stata trovata vuota e Miss Prism e il piccolo erano scomparsi. La governante confessa che quel giorno era uscita con una grande borsa di cuoio e che, in un attimo di distrazione, aveva riposto il bambino nella borsa, per poi dimenticarla nel guardaroba di Victoria Station a Londra, Brighton Line. Jack si riconosce nel neonato dimenticato da Miss Prism nella borsa e scopre di essere in realtà fratello maggiore di Algernon.
Scoperta la parentela, Lady Bracknell autorizza le nozze tra Jack e Gwendolen, ma rimane ancora il problema del nome: tra l'altro Jack, non essendo mai stato a conoscenza delle sue origini, ha un nome che non è il suo. Dato che la zia Augusta dice che questi era stato chiamato come il suo defunto padre (un generale dell'esercito inglese), di cui né lei né Algernon ricordano il nome, Jack consulta gli elenchi militari scoprendo che il padre, e quindi anch'egli, si chiamava effettivamente Ernest.




Dopo aver letto le due opere narrative più famose di Oscar Wilde, ho deciso di intraprendere la lettura di una delle sue opere teatrali più famosa "L'importanza di chiamarsi Ernesto".
Ad ispirarmi a immergersi in questa lettura e stato aver visto in un fumetto di TOPOLINO la reinterpretazione di quest'opera e anche aver visto parte del film in TV.
La lettura di opere teatrali mi coinvolgono molto perché riescono ad immaginare i vari dialoghi tra i protagonisti. Le vicende, la scrittura e i dialoghi sono ben esposti rendendo la lettura scorrevole ed il racconto è pieno di colpi di scena ed imprevisti dal punto di vista del lettore molto divertente.
 L'intreccio in cui i protagonisti si trovano coinvolti gira tutto attorno al nome ERNESTO, un nome che nella vicenda porta fortuna ma anche molti disagi che  il lettore già intuisce dai primi dialoghi. Come si sa gli uomini sono un po menzogneri e fanno di tutto per farsi desiderare dalle donne anche mentendo spudoratamente davanti all'evidenza, ma alla fine le bugie allo le gambe corte e la verità esce sempre a galla. Il messaggio che Oscar Wilde vuole trasmetterci è proprio questo  "DIRE LA VERITÀ SEMPRE ANCHE SE FA MALE ED EVITARE DI DIRE BUGIE CHE A LUNGO ANDARE VENGONO SEMPRE SMASCHERATE".

Tutti dovrebbero leggere quest'opera perché anche se in tono ironico il messaggio arriva!!!

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