martedì 6 marzo 2018

Federico il pazzo

Cambiare città, scuola e amici è un dramma!!!!!
Lo sa bene Angelo che si è trasferito a Napoli con la madre e affronta innumerevoli difficoltà per ambientarsi.





TITOLO: Federico il pazzo
AUTORE: Patrizia Rinaldi
EDITORE: Sinnos
PAGINE: 128
PREZZO COPERTINA: € 11,00

















TRAMA


La scrittrice napoletana Patrizia Rinaldi in «Federico il pazzo» (Sinnos, 2014) sceglie la periferia della sua città per raccontare una storia di inserimento in un posto difficile, in una classe difficile, tra ragazzi difficili. La storia di Angelo, un tredicenne che con una giovane madre single si trasferisce da Verona in un quartiere dove “in fondo a un viale con lampioni mezzi rotti, un palazzo ingombrante occupa quello che in una prospettiva ragionevole dovrebbe essere lo spazio blu del cielo”.
Angelo da piccolissimo è stato in coma a lungo per una caduta e ha imparato a “galleggiare” fuori dal suo corpo: questa insolita capacità l’ha conservata anche ora che deve affrontare una realtà molto complessa; nel casermone napoletano, al quattordicesimo piano senza ascensore (c’è, ma meglio non prenderlo, ammonisce Mimmo, il suo primo amico/protettore) Angelo impara a convivere con un dialetto che non capisce, con vicini di casa ostili, con cibi che non ha mai assaggiato prima, con modalità aggressive e inedite che gli riservano i nuovi compagni nella scuola che comincia a frequentare. Presto si imbatte in Capa Gialla, un teppista ripetente che insieme alla sua banda intimorisce e minaccia i più deboli; naturalmente lo “straniero” Angelo diventerà il più facile bersaglio dei violenti.
In classe oltre alla prof di italiano, la Gaeta, paziente e determinata a sconfiggere l’apatia mista ad aggressività che aleggia nella classe, c’è pure un ragazzo speciale, diverso dagli altri, Francesco, che ha:
"uno sguardo indifferente e lontano, con gesti lenti tira fuori dallo zaino gli occhiali e li pulisce con cura (...) Prende un libro, e come se fosse solo, incomincia a leggere. Non lo disturba neanche il suono della campana. Veramente non lo disturba niente e nessuno…”
Francesco è innamorato di un personaggio storico, Federico II di Svevia, che cerca di imitare anche nel gesto di educare un nibbio come fosse il falcone del sovrano, ed è questo il modo con cui il ragazzo sfugge alla realtà degradata nella quale è costretto a vivere. Angelo e Francesco diverranno amici, e con loro ci sarà una ragazza, Giusy, capace di superare gli stereotipi del modello femminile corrente: eccola infatti in salopette, decisa a divenire meccanico e pronta a contrastare le violenze a cui Angelo appare destinato; ma il pestaggio a cui il ragazzo inesorabilmente viene sottoposto da parte di Capa Gialla e dei suoi fedeli avrà come immediata conseguenza la maturazione e la crescita di Angelo. 
Sconfitta la paura, forte della solidarietà e della stima dei nuovi amici, per il ragazzo comincia una nuova storia, che lo rende più sicuro e più libero, capace di rivolgersi ai compagni con disinvoltura:
“Tra di voi ci sarà anche chi è d’accordo con Capa Gialla, e va beh, non fa niente. Ma ognuno sta dicendo quello che pensa, come gli pare. Se le botte che ho preso sono servite anche a questo, allora il dolore e la paura mia e di tutti sono stati un guaio, ma anche una cosa buona... Io non parlo come voi, ma se ci pensiamo bene, in fondo nessuno parla come gli altri, però ci possiamo capire lo stesso.”
Solidarietà, amicizia, integrazione, abbattimento delle differenze: questa la lezione che Patrizia Rinaldi ci fa arrivare attraverso la storia leggera e poetica di quattro adolescenti tutti diversi, ma che possono crescere insieme, dove la scuola serve, dove la famiglia spesso è piccola e impotente, mentre il “gruppo” negativo può essere sconfitto da un opposto “gruppo” dentro il quale i valori passano e circolano nei modi più inconsueti: i libri ci salveranno, sembra dire l’autrice che ha costruito nel personaggio di Francesco/Federico un pazzo che si dimostra invece l’unico saggio.
I disegni di un altro Federico, l’illustratore Appel, completano il miracolo di questo piccolo libro da usare nelle scuole medie, al Sud e al Nord, perché in tutte le classi della scuola italiana c’è gran bisogno di educazione alla legalità, all’accoglienza, al rispetto, al ritorno alla cultura come valore fondante del nostro vivere: Federico II è morto nel 1250, ma la Scuola Poetica siciliana e l’Università di Napoli sono nate con lui, ed è bene che i ragazzi lo conoscano meglio, come il Francesco del libro di Patrizia Rinaldi.

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