domenica 26 giugno 2016

"Il fantasma sei tu" di Beatrice Masini



Tema: Intercultura

E' mai possibile che solo andando a Londra si impari meglio la lingua inglese e si facciano degli incontri inaspettati? E' possibile non rendersi conto di aver avuto, per tutta la vacanza-studio, un incontro riavvicinato con i fantasmi!!!!!





TITOLO: Il fantasma sei tu
AUTORE:  Beatrice Masini
EDITORE: Conad
PAGINE: 112













TRAMA

Emilia, quindi anni, è ospite a Londra degli anziani Russell per una vacanza-studio. Ha voglia di stare isolata,le sue buone ragioni per desiderarlo e il fatto di non sapere granché l'inglese le consente di star chiusa in una bolla. Ma ha insidiare il suo isolamento è James, alto, pallido, vestito di scuro, che compare dai Russell all'ora del tè. Chi è? E come mai sbuca a sorpresa ovunque, ai giardini, al museo, aiutando Emilia a cavarsela in un mondo che non conosce prima di svanire di nuovo? Una storia di luci e ombre, di solitudini che s'incontrano e si sorprendono a vicenda.


Incipt

“Welcome” dice l’uomo marrone aprendo la porta. Sono in un ingresso con il pavimento a scacchi bianchi e neri. Davanti a loro sale una scala. Porte di qua, porte di là. Una signora coi capelli di un grazioso color biancoviola le viene incontro. “How do you do, my dear?”

Emilia sgrana gli occhi. Pensava che certe frasi ormai ci fossero solo nei libri di scuola. Loro non li usano nemmeno, a scuola, i libri. Fanno conversazione e basta. Miss Paine è australiana, però. E giovane. E questi signori sono anziani e inglesissimi. Adesso le offriranno di sicuro…

“Tea, my dear?” Appunto. Emilia sorride e annuisce. In inglese è brava, ma un conto è rispondere alle domande della Miss, un conto è rispondere con lo stesso tono sicuro a quelle parole semplici di cortesia che però sembrano tagliate nel cristallo.
A parte questo, sono gentilissimi. Lui è tutto di tweed, anche la faccia. Lei ha un golfino azzurro, le perle, e scarpe ragionevoli da persona a cui piace camminare. Un gatto color crema scende le scale strusciandosi contro la balaustra. “Hi, Moll” dice la signora. Una coppia anziana e un gatto. Emilia non poteva desiderare di meglio. Vacanza-studio in Inghilterra? D’accordo. Ma in college no. E niente famiglie numerose con bambini a cui fare da babysitter, niente ragazzine ostili o ficcanaso. Lezioni private di grammatica e conversazione, e ospiti tranquilli. Quindi va tutto bene. 
La signora Russell sparisce in cucina.
“This way” dice il signor Russell. E la precede in salotto. Camino, poltrone verdi, divano blu, bei quadri di paesaggi e di facce antiche. 
E poi Emilia trasalisce. Da una delle poltrone si alza un ragazzo coi capelli di un biondo quasi bianco, gli occhi trasparenti. Alto, sottile, elegantissimo nell’abito scuro con la camicia candida e la cravatta. Le sorride, si fa avanti, le tende la mano. “I’m James” dice. “How do you do?”
Ancora. Emilia esita, poi la buona educazione ha la meglio. Stringe quella mano, e un brivido la avvolge.
NB: Il fatto che James sia inglese, ed Emilia no, segna fin da subito il passo dei loro scambi. È possibile capirsi parlando lingue diverse? Si dà lo stesso significato, lo stesso peso alle parole? Chi farà uso di questa traccia è invitato non solo a cercare di esprimersi per iscritto in un’altra lingua (a piccole dosi), ma anche a dare conto di un altro modo di pensare e vedere il mondo. Una bella sfida. Buona fortuna.




Traccia guida

La vacanza-studio in Inghilterra di Emilia, organizzata per essere tranquillissima e senza sorprese, prende subito una piega inaspettata. Chi è James? Il nipote dei signori Russell? Un vicino di casa? O viene da molto, molto lontano? E come mai Emilia ha tanto bisogno di isolamento? James riuscirà a trovare un modo per comunicare con lei? Chiunque egli sia, sarà capace di attirarla fuori dalla sua solitudine? 

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